Ho fatto volantinaggio, magazziniere per i bar dell'aeroporto, lavorato in catena di
montaggio, distribuito rubriche del telefono, educatore coi ragazzini, giardiniere
con mio padre, illustratore per una rivista... poi mi son laureato in architettura e
dal 2000 faccio lo scenografo di eventi.
Forse avrei preferito fare il calciatore, o lo scrittore, ma mi piace anche quello che
faccio.
Il mio lavoro è dar forma a un'idea, trasformare in una scenografia gli input del cliente,
ma, ancor prima, decifrare gli input del cliente. Per questo cerco di fare sempre più
domande possibili.
Lo scenografo è una sorta di sarto per aziende.
Come una donna, per mostrarsi al meglio, si fa fare un vestito dal sarto, l'azienda, per
presentarsi ad un pubblico, va dallo scenografo che gli costruisce su misura il vestito
più adatto all'occasione.
E' un vestito che deve essere bello, ma deve anche fare i conti con chi lo taglia e lo
cuce (...il macchinista), chi compra la stoffa (...l'ufficio acquisti), chi lo fa risaltare
(...il tecnico luci), chi presenta il modello (...l'account).
La scenografia esce tanto meglio quanto io riesco a capire le esigenze di tutte
queste persone, e quanto io riesco a far capire loro il mio progetto... e anche questo
è un lavoro.
Tutto il mio lavoro inizia con immagini, prese da mostre, giornali, film. Tutto quello che
visivamente mi colpisce, mi rimane nella mente e in qualche modo esce quando comincio a
fare uno schizzo, che poi diventa un disegno
Cad e poi un
Render
...e poi lo discuto con l'account per capire se la direzione è giusta, e col tecnico,
per vedere come fare per farlo costare poco, e via via con tutte le altre persone che
partecipano al progetto.
La soddisfazione più grande è quando qualcuno alla fine ti dice "bel lavoro!".
L'altra soddisfazione più grande son le persone incontrate sui lavori e con
cui son diventato amico.